Si tratta di una scala per la classificazione della calvizie maschile.
Deve il suo nome dal fatto di essere stata ideata dal Dott. James B. Hamilton, che negli anni Cinquanta eseguì i primi studi sulla classificazione dell’alopecia androgenetica.
La scala prevede sette diversi gradi di classificazione, cui al grado uno corrisponde la totale assenza di alopecia, mentre nel grado sette la patologia è preponderante.
Negli stadi intermedi si assiste ad un progressivo arretramento della prima linea, e ad una perdita di capelli nella zona superiore e frontoparietale.
In genere i primi due casi sono esclusi da trattamenti tricologici, mentre sono consigliati a partire dal terzo grado, dove il diradamento è significativo, e al quarto dove è presente anche uno diradamento evidente al vertice.
La scala di Hamilton è stato l’unico strumento di classificazione della calvizie fino agli anni settanta quando il dott. Norwood approfondì gli studi di Hamilton e strutturò una nuova scala di misurazione, la scala di Norwood appunto.